La Prof. Cecilia Assanti è morta improvvisamente il 4 giugno 2000 a Trieste. Di origini meridionali, di cui giustamente si vantava, Cecilia Assanti ha passato tutta la vita a Trieste e nella sua Università, di cui ugualmente poteva vantarsi, dov’è stata professore di diritto del lavoro; ha partecipato all’affascinante opera della costruzione del diritto del lavoro, con opere monografiche e di manualistica, sempre con passione e impegno allo stesso tempo scientifico e ideologico. Fra le opere monografiche, suggerisco al ricordo quelle sulla prova, sul termine, sulle sanzioni disciplinari, sui contratti collettivi, sul lavoro femminile, sul “sommerso”; per la manualistica, oltre al Corso di diritto del lavoro per i tipi della Cedam, da indicare per il connubio di sintesi e rigore, ricordo il commentario dello Statuto dei lavoratori scritto con G. Pera, che, in concorrenza — concorso con analoga opera dei colleghi bolognesi, ha contribuito davvero a cambiare prima il diritto e poi i rapporti civili.
Di Cecilia Assanti piace ricordare anche l’impegno politico e sociale, manifestato in particolare con la partecipazione al Consiglio Superiore della Magistratura, come consigliere comunale a Trieste, con attività diretta fra la gente, sempre con entusiasmo e coerenza.
In Lav. giur. è uscito, postumo, l’ultimo saggio. La pubblicazione ha accompagnato il ricordo. Quindi, in un raccolta di saggi della Prof. Assanti sul lavoro femminile, pubblicata a Trieste nel 2001 a cura della Consulta femminile, è apparso un interessante contributo, rimasto ancora inedito, che racchiude molto del pensiero dell’Autore.
Michele Miscione